Cammini di inclusione: nessuno escluso dalla vita della comunità
Venerdì 3 ottobre la Chiesa di Sant’Antonio in Piazza dei Cappuccini (Tricase) ha accolto l’ultima di una ricca serie di iniziative pensate dalla nostra Caritas diocesana per il Mese del Creato.
È veramente significativo che a conclusione di questo ciclo ci sia stata data la possibilità di riflettere su una componente del Creato spesso ignorata, o peggio, volutamente nascosta: i tanti fratelli e sorelle che hanno o hanno avuto problemi con la giustizia.
L’incontro e i relatori
Con quest’incontro, dal titolo “Cammini di inclusione: nessuno escluso dalla vita della comunità”, l’attenzione è stata posta in modo particolare sulla necessità del reinserimento di queste persone nei contesti sociali da cui sono state, più o meno ingiustamente, tagliate fuori.
Nella voce tremante di Antonella Attanasio, referente dello sportello “La VI Opera” della Caritas diocesana e moderatrice della serata, si percepiva chiaramente l’emozione di chi si impegna quotidianamente e con passione per coordinare gli sforzi di tanti volontari e creare una rete sempre più efficace con le istituzioni sul territorio.
Come ha ricordato don Lucio Ciardo, direttore della Caritas diocesana, sono numerose le parrocchie della diocesi di Ugento – S.M. di Leuca che nell’ambito del progetto IncludiAMOci accolgono persone che hanno avuto problemi con la giustizia.
Testimonianze
A rappresentare i tanti sacerdoti e le tante parrocchie coinvolti nel progetto, don Pierluigi Nicolardi, Direttore dell’Ufficio Pastorale Familiare e Formatore Nazionale AGESCI: con la sua preziosa testimonianza ci ha raccontato la responsabilità di mettere se stessi e la propria comunità a disposizione e la gioia di vedere superate le inevitabili resistenze personali di chi si rende disponibile ad accogliere ma anche di chi si ritrova ad essere accolto.
Sebbene i numeri e le statistiche siano fondamentali per descrivere un fenomeno e mostrarne l’urgenza, diverse volte nel corso della serata è stato sottolineato come a rimanere impressi nella mente e nel cuore siano piuttosto i nomi, i volti e le storie: Padre Paolo Quaranta, Cappellano della casa circondariale “Borgo San Nicola”, ci ha spiegato con la giusta leggerezza cosa significhi offrire supporto morale e spirituale a chi vive in un carcere.
Mi ha colpito molto sentirgli dire quanto sia vitale per queste persone sapere che c’è qualcuno fuori pronto ad accoglierle, cosa assolutamente non scontata, e che avrebbe indubbiamente raccontato del nostro incontro ai fratelli in restrizione che avrebbe incontrato nei giorni successivi.
Il segretario generale della Cisl di Lecce Ada Chirizzi e il sindaco di Tricase Antonio De Donno hanno portato rispettivamente la prospettiva di un sindacato già impegnato e disposto ad impegnarsi sempre più per il reinserimento in ambito lavorativo e quella delle istituzioni, chiamate ad essere in prima linea per sostenere i propri cittadini.
A conclusione di questo bellissimo scambio, il Vicario Generale Mons. Beniamino Nuzzo ci ha ricordato che, oltre ad essere custode del Creato, San Francesco è stato anche custode delle relazioni: anche noi, come Francesco, dovremmo sempre tendere la mano al prossimo, senza giudizio, senza riserve.
Potremmo dunque riassumere l’intera serata nella frase “nessuno si salva da solo”: ognuno di noi può essere speranza per un fratello in difficoltà, luce per una sorella che fa fatica ad immaginare una vita migliore, ma è solo con l’abbraccio e l’impegno di tutta la comunità che si può progettare un aiuto concreto che duri nel tempo.
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