8 marzo: disuguaglianze in aumento. Il dossier Caritas su donne e Covid-19

Gli studi sull’impatto della pandemia da Coronavirus nella popolazione mondiale “ci dicono che sono le donne a subire le peggiori conseguenze sociali ed economiche – ricorda il 73° Dossier di Caritas Italiana appena pubblicato. “Eppure il genere femminile è stato in prima linea contro la pandemia: in Europa il 76% del personale dei servizi sanitari e sociali e l’86% del personale che presta assistenza sono donne. Con la pandemia le lavoratrici di questi settori hanno subito un forte aumento del carico di lavoro, dei rischi per la salute e dei problemi relativi alla conciliazione della vita professionale con quella privata. Inoltre le chiusure dovute al Coronavirus hannno generato forti ripercussioni sul lavoro di cura non retribuito e sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata, con un incremento dei casi di violenza domestica.

Caritas Italiana celebra così, attraverso il Dossier “Donne e Covid-19. La pandemia delle diseguaglianze” (.pdf) la Giornata internazionale della donna 2022, per raccontare e analizzare i molteplici aspetti dell’impatto del Covid-19 sul genere femminile a livello mondiale.

Un focus è dedicato in particolare alle donne nei Paesi del Medio Oriente, a partire da quelle siriane: “vittime troppe volte, della pandemia, della povertà, della violenza e della guerra il cui anniversario dell’undicesimo anno di conflitto, ricorre il 15 marzo”, come si può leggere nel testo.

La shecession, “termine coniato ad hoc per descrivere una recessione pesantemente al femminile, è un triste fenomeno che coinvolge anche l’Italia. Ed è una recessione che ferisce la vita e il corpo delle donne sotto molteplici punti di vista, a partire dalla perdita dei posti di lavoro, dal divario salariale crescente, fino ad arrivare all’aumento dei lavori di cura non retribuiti e a un welfare sempre più assente”. 

Secondo dati ISTAT risalenti al febbraio 2021 e riportati nel dossier Caritas “su 101 mila nuovi disoccupati, 99 mila sono donne. Un disastro annunciato, in realtà, visto che già nel giugno 2020 l’Ispettorato del lavoro segnalava che 37.611 lavoratrici neogenitrici si erano dimesse nel corso del 2019″.

“Un dato che accende diverse spie di allarme è quello per cui il 60% delle donne non occupate con figli dichiara di aver avuto nella pandemia una significativa riduzione del proprio reddito. Il che ci segnala da un lato una preoccupante dipendenza economica dal partner di una parte di loro, dall’altra un forte impatto della pandemia sul lavoro sommerso, soprattutto quello di cura e assistenza domestica tra chi oggi non ha un’occupazione”.

L’impatto sulle relazioni sociale e sull’autopercezione delle donne è devastante. Il dossier Caritas avverte “perdere l’autostima e la voglia di vivere mina tutti i pilastri fondamentali per costruire una vita sana e dignitosa. Le donne quindi in Italia sono lasciate indietro, l’ultima ruota del carro pandemico”.

Parimenti, è cresciuta in maniera esponenziale la violenza contro le donne. Secondo i dati ISTAT, nei primi cinque mesi del 2020 sono state 20.525 le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza (CAV), e per l’8,6% di loro la violenza ha avuto origine proprio da situazioni legate alla pandemia”.

La violenza maschile contro le donne non è un fatto privato, non è una questione femminile, ma un problema sociale di tutti, che provoca danni gravi e produce sempre più vittime, e al quale bisogna rispon- dere con strumenti efficaci in grado di tutelare le donne, reprimere i reati, lavorare sulla prevenzione dei com- portamenti violenti e sull’empowerment delle vittime.

Il dossier infine sottolinea che se da un lato “la pandemia ha evidenziato le fragilità e le disuguaglianze che feriscono la nostra società” dall’altro “ci ha anche fornito una luce per i passi futuri: uguaglianza, cultura dell’incontro, riconoscimento dell’unicità del contributo di ognuno e della ricchezza nella diversità, rinnovamento”. Perché “è proprio attraverso l’incontro e il camminare insieme verso un mondo migliore che saremo in grado di coltivare la cooperazione e l’amore per il prossimo”.