ASL LECCE – PUGLIASALUTE – CARITAS DIOCESANA DI LECCE
TRIBUNALE PER I MINORENNI DI LECCE
LE DIPENDENZE IN ETÀ EVOLUTIVA
Il Disturbo da Gioco d’Azzardo: dalla prevenzione alla riabilitazione
Evento del 21 maggio 2025 – Palazzo di Giustizia, Lecce
RELAZIONE CONCLUSIVA
Il convegno del 21 maggio 2025 presso il Tribunale per i Minorenni di Lecce ha rappresentato un importante momento di riflessione e confronto sul tema delle dipendenze in età evolutiva, con particolare attenzione al Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA). Promosso in sinergia tra ASL Lecce, PugliaSalute, Università del Salento, Caritas Diocesana di Lecce e il Tribunale per i Minorenni, l’incontro ha unito istituzioni sanitarie, scolastiche, giuridiche ed ecclesiali, offrendo una panoramica ampia e multidisciplinare del fenomeno.
Introduzione e saluti istituzionali
I lavori si sono aperti con il saluto della Presidente del Tribunale per i Minorenni, dott.ssa Bombina Santella, seguito dagli interventi del Procuratore della Repubblica Simona Filoni, del Direttore Generale ASL Stefano Rossi, del Direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche dr. Salvatore Della Bona e dell’Arcivescovo coadiutore di Lecce Mons. Angelo Raffaele Panzetta.
Tutti gli interventi hanno sottolineato la gravità crescente del fenomeno delle dipendenze comportamentali nei giovani e la necessità di un approccio sistemico e integrato per affrontarle, con l’attenzione posta non solo sulla cura, ma soprattutto sulla prevenzione.
Aspetti clinici e psicodinamici del Disturbo da Gioco d’Azzardo
Il convegno è entrato nel vivo con una serie di relazioni specialistiche:
Dr. Domenico Cuzzola, direttore UOC SerD Lecce, ha descritto l’evoluzione clinico-diagnostica del DGA, oggi ufficialmente classificato tra le dipendenze patologiche, grazie ai progressi nelle neuroscienze. Il disturbo attiva, infatti, gli stessi meccanismi dopaminergici delle dipendenze da sostanze, coinvolgendo aree cerebrali che nei giovani risultano ancora immature.
Dr.ssa Mary Negro, psicologa e psicoterapeuta, ha illustrato il fenomeno da un punto di vista psicodinamico, partendo dalle teorie dell’attaccamento e della costruzione dell’identità nei primi anni di vita. Le carenze affettive precoci, se non riconosciute, possono sfociare in dipendenze patologiche. La ludopatia è vista quindi come un tentativo distorto di colmare un vuoto esistenziale.
Dr.ssa Annalisa Sticchi ha approfondito le modalità di trattamento psicoterapeutico, focalizzandosi sull’importanza dell’intervento individuale e di gruppo.
Il valore del gruppo e delle relazioni nella riabilitazione
Dr.ssa Fiammetta Perrone, educatrice e giudice onorario, ha posto l’attenzione sul valore del gruppo come risorsa riabilitativa, soprattutto per i giovani affetti da DGA, in particolare nei due centri attivi nella provincia, tra cui San Cesario. La condivisione dell’esperienza all’interno di gruppi terapeutici rappresenta un punto di forza nell’itinerario di recupero.
Prevenzione e nuovi linguaggi educativi
Di notevole interesse sono stati i progetti educativi e preventivi presentati:
Prof.ssa Ada Fiore, con “Gioco Ergo Sum”, ha proposto la ludosofia come strumento maieutico per aiutare i giovani a riflettere su di sé, utilizzando elementi del gioco per stimolare il pensiero critico. I riferimenti ai testi di Seneca e ai valori universali (amicizia, amore, morte, bellezza, autostima) hanno offerto una chiave filosofica e antropologica alla prevenzione.
Prof. Mario Carparelli ha illustrato il progetto “Lettere da Hasard”, realizzato con le scuole, che racconta il gioco d’azzardo attraverso storie e testimonianze dirette, stimolando nei ragazzi una riflessione emotiva e razionale.
Dr. Salvatore Madaro, volontario Caritas, ha testimoniato l’iniziativa della Caritas Italiana “Vince chi smette”, sottolineando il valore della parola, della testimonianza e del reinserimento sociale come vie per uscire dall’azzardo.
Il valore simbolico e sociale del convegno
Nel corso dei lavori si è fatto riferimento anche ad altre iniziative territoriali, come quella del 16 maggio, svolta nel centro di Lecce e promossa dal Ser.D, dal Comune e da altre realtà del territorio, in cui i giovani hanno vissuto un’esperienza di “disconnessione” simbolica attraverso il gesto dello sfilare il cellulare, riflettendo sull’iperconnessione e sulla dipendenza da strumenti digitali.
Aspetti valoriali ed educativi
Mons. Panzetta ha ricordato che la dipendenza non può essere normalizzata: essa toglie prima la libertà, poi la salute. Ha sottolineato il legame profondo tra prevenzione e paradigma educativo, richiamando le parole di Viktor Frankl: “Chi ha un perché nella vita, trova quasi sempre il come”.
La sfida, dunque, è culturale e spirituale, e implica un’assunzione di responsabilità da parte degli adulti nella trasmissione coerente di valori autentici.
Il ruolo del Tribunale per i Minorenni
Il Tribunale è sempre più chiamato ad affrontare situazioni di disagio profondo. Molti minori coinvolti in procedimenti penali sono affetti da dipendenze o provengono da contesti familiari disfunzionali. Si è evidenziata la grave carenza di strutture riabilitative sul territorio, in grado di contenere e rieducare efficacemente i minori con comportamenti violenti o autodistruttivi.
Tavola rotonda e conclusioni
La tavola rotonda ha visto riuniti i principali relatori dell’incontro: la dr.ssa Filoni, il dr. Cuzzola e Monsignor Nicola Macculi, direttore della Caritas diocesana di Lecce.
Ne è emersa la convinzione condivisa che solo unendo le forze – istituzioni, scuola, sanità, Chiesa e terzo settore – si può costruire una rete educativa e terapeutica capace di accogliere, accompagnare e riabilitare.
Considerazioni finali
Il gioco d’azzardo patologico, insieme alle nuove forme di dipendenza comportamentale, costituisce oggi una vera emergenza educativa e sociale. L’incontro del 21 maggio ha restituito la complessità del fenomeno, ponendo l’accento su due dimensioni complementari:
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La dimensione clinica, che necessita di strumenti aggiornati, équipe multidisciplinari e interventi personalizzati;
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La dimensione valoriale, che interroga il modello educativo e sociale in cui viviamo, troppo spesso fondato sull’apparenza, la competizione e il denaro.
Nel concludere, è stata ribadita l’importanza di continuare a promuovere momenti di formazione, ascolto e confronto, perché come è stato detto durante il convegno:
“Non siamo i nostri errori, ma ciò che decidiamo di fare con i nostri errori.”
A cura di Oriana Leone
Segretaria della Fondazione Monsignor Vito De Grisantis e operatrice Caritas diocesana Ugento Santa Maria di Leuca