“Spalancare le porte”: un pellegrinaggio nei ghetti della Puglia per incontrare il Vangelo vivente.
Caritas Puglia, Foggia e Borgo Mezzanone
14/15 giugno 2025
“Il Vangelo non si studia, si incontra. Il Vangelo sono i volti, i nomi, le mani che stringiamo, le storie che ascoltiamo. Il Vangelo vive nelle periferie del mondo.”
Con queste parole, gli operatori e operatrici delle Caritas diocesane di Puglia hanno intrapreso un pellegrinaggio unico e potente nei ghetti della regione. Un cammino fisico e spirituale, fatto di polvere e silenzi, di ascolto e preghiera, di ferite che diventano carne viva da incontrare, non solo da raccontare.
Borgo Mezzanone: il Vangelo ai margini
La prima tappa ha condotto i partecipanti nel cuore di uno dei luoghi più simbolici e dolorosi dell’emarginazione: il ghetto di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia. Un insediamento informale dove centinaia di persone, soprattutto migranti braccianti agricoli, vivono ai margini, in condizioni disumane, invisibili agli occhi del mondo.
Qui non si entra per curiosare, ma per lasciarsi ferire. Perché i ghetti non si visitano: si abitano con rispetto, si attraversano in punta di piedi, portando con sé domande, rabbia, ma anche compassione. Perché i poveri non si salvano, si amano.
Preghiera, ascolto, denuncia
Il pellegrinaggio è stato scandito da momenti di riflessione, silenzio e preghiera. Non c’è stato spazio per retoriche: solo la verità, dura e cruda, delle ingiustizie quotidiane. Le baracche, il fango, la fatica di vivere: tutto diventa parola che interpella e interpone. Uno “spalancare le porte” non solo fisico, ma anche del cuore, della coscienza, delle nostre comunità ecclesiali.
Al centro di tutto, l’ascolto. Dei migranti, dei volontari che vivono accanto a loro, delle Caritas che presidiano questi luoghi ogni giorno con dedizione e coraggio. E poi la denuncia, chiara e urgente, di un sistema che sfrutta, isola, dimentica.
Un gesto profetico
L’iniziativa, promossa da Caritas Puglia, è stata molto più di una visita: è stato un atto profetico, un modo per dire che la Chiesa non vuole restare a guardare. Che esiste una fede che cammina, che si fa presenza tra le baracche, che non ha paura di sporcarsi le mani. Perché è lì che abita Dio: tra gli ultimi, tra gli scarti, tra chi non ha voce.
“Camminare nei ghetti significa fare un passo indietro nel tempo, ma anche un passo avanti nell’umanità. Significa accorgersi che lì, dove tutto sembra perduto, nasce ogni giorno una speranza silenziosa.”
Per rendere visibili gli invisibili
“Spalancare le porte” è un invito rivolto a tutti: alle comunità cristiane, alle istituzioni, ai cittadini. Perché solo guardando negli occhi chi è ai margini possiamo davvero convertirci come Chiesa e come società.
Il pellegrinaggio non si è concluso con una celebrazione, ma con una chiamata: farsi prossimi, restare, continuare a testimoniare.
Massimo Buccarello
Operatore Caritas