Coordinamento Nazionale Immigrazione: “Costruire il futuro con i migranti”

Dal 17 al 19 ottobre 2022 presso Caritas Italiana si è tenuto il Coordinamento Nazionale Immigrazione; erano presenti i rappresentanti di più di un centinaio di caritas diocesane impegnate nell’attenzione alle persone migranti. La nostra delegazione era composta da Roberto Schimera e dal direttore don Lucio Ciardo.

Nel pomeriggio del 17, dopo il saluto da parte di Oliviero Forti,  Don Andrea La Reggina ha guidato la preghiera dell’assemblea ricordando prima l’intervento di don Tonino Bello al raduno di Pax Christi a Verona del 1989, in cui il Vescovo di Molfetta fa riferimento al discorso della montagna e in particolare alla settima delle beatitudini “beati gli operatori di pace”(Mt 5,9). “Beato è colui che sta in piedi, vittorioso come Cristo risorto (cfr.Ap 5,6) e come i santi dell’Apocalisse (Ap. 7,9) e poi la lettera che Giorgio La Pira scriveva a Giovanni XXIII un mese dopo i gravi fatti di Cuba. In essa il sindaco di Firenze afferma di guardare al Concilio Vaticano II come “lo strumento operoso, efficace, per l’unità e la pace […] della intera famiglia e dei popoli di tutta la terra!”, e la Chiesa appare ai suoi occhi come “la città sul monte” a cui tutti i popoli della Terra (senza esclusione alcuna) guardano con fiducia.

Don Andrea La Reggina ha concluso la preghiera sottolineando proprio che la Chiesa non può rimanere indifferente e deve scegliere da che parte stare se vuole mettersi alla sequela di Cristo.

Si sono aperti i lavori.

Eleonara Tafuro (ISPI) ha condotto un approfondimento sul conflitto in Ucraina e gli effetti da esso prodotti sui movimenti migratori. La giornalista della RAI Fabrizi ha raccontato la guerra attraverso lo sguardo da inviata e ha riportato la storia di un ragazzo a cui sono stati uccisi entrambi i genitori: nella tragedia della guerra l’umanità tutta è perdente!

Giulio De Blasi (Commissione europea-DG Home) ha illustrato le misure adottate dall’UE nella gestione umanitaria del conflitto russo-ucraino e, in modo particolare, quelle di supporto ai cittadini ucraini nell’accoglienza dell’UE.

Laura Stopponi di Caritas italiana ha relazionato sull’impegno delle Caritas europee in raccordo con le due Caritas dell’Ucraina e con le Caritas dei paesi confinanti.

La mattina del 18, dopo un primo momento di preghiera, Simone Varisco, moderatore di Migrantes, ha presentato i vari relatori lasciando la parola al Card. Mons. Francesco Montenegro. Questi ha guidato l’auditorio nella lettura del XXXI Rapporto Caritas-Migrantes. In apertura del suo intervento ha affermato in maniera netta che “Dove c’è ingiustizia non c’è Eucarestia”, perciò la Chiesa non può delegare ad un piccolo drappello di volenterosi il suo impegno, perché sono i popoli a cambiare il mondo e non i piccoli gruppi. Dal XXXI Rapporto emerge che la popolazione migrante costituisce di fatto  il sesto Continente: infatti sono 281.000.000 le persone in cammino, e diventa sempre più urgente l’appello di  “Costruire il futuro con i migranti” pronunciato dal Santo Padre in occasione della 108° Giornata mondiale del migrante e del rifugiato celebratasi lo scorso 25 settembre.

Oggi più che mai la globalizzazione dell’indifferenza va contrasta con una cultura dello  stare in e tra e non solo fare qualcosa per l’altro, ma costruire RELAZIONE,  non  dare qualcosa ma guardare negli occhi del povero. Il ruolo delle Caritas è quello di non agire per delega, ma di coinvolgere la COMUNITA’ ad essere accogliente e capace di vivere fino in fondo la S. Messa che si completa se diventiamo pane spezzato, pane della condivisione o, come si esprimeva il venerabile Don Tonino se, siamo capaci di sederci insieme a tavola per la convivialità delle differenze. È la tavola che unisce!

Mons. Montenegro riprende dunque l’esortazione apostolica E.G. sulla cui scia pone l’azione della Chiesa. In questa linea, possiamo allora comprendere l’attenzione particolare per le persone più fragili e vulnerabili, tra le quali compaiono anche rifugiati e migranti: “È indispensabile prestare attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo apparentemente non ci porta vantaggi tangibili e immediati: i senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati, ecc. I migranti mi pongono una particolare sfida perché sono Pastore di una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti. Perciò esorto i Paesi ad una generosa apertura, che invece di temere la distruzione dell’identità locale sia capace di creare nuove sintesi culturali. Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti, e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro!” (n. 210). Poi, mettendo a fuoco la preoccupante condizione di milioni di persone vittime della tratta e del traffico di esseri umani, il Papa scrive: “Mi ha sempre addolorato la situazione di coloro che sono oggetto delle diverse forme di tratta di persone. Vorrei che si ascoltasse il grido di Dio che chiede a tutti noi: «Dov’è tuo fratello?» (Gen 4,9). Dov’è il tuo fratello schiavo? Dov’è quello che stai uccidendo ogni giorno nella piccola fabbrica clandestina, nella rete della prostituzione, nei bambini che utilizzi per l’accattonaggio, in quello che deve lavorare di nascosto perché non è stato regolarizzato? Non facciamo finta di niente. Ci sono molte complicità. La domanda è per tutti! Nelle nostre città è impiantato questo crimine mafioso e aberrante, e molti hanno le mani che grondano sangue a causa di una complicità comoda e muta” (n. 211).

Alla luce di quanto papa Francesco ci invita a fare, la Caritas, all’interno di una Chiesa Locale o della parrocchia, ha la funzione di coinvolgere l’intera Comunità ad essere accogliente, …….può un catechista disprezzare i poveri? Come fa ad essere catechista? C’è una mistica da vivere, che vede nel volto dell’altro il volto di Dio.  Santa Teresa di Calcutta così si esprimeva: “Se non sai riconoscere Cristo nei poveri, non saprai riconoscerlo neppure nell’Eucaristia, perché un’unica fede illumina i due misteri”.

Subito dopo è intervenuta Manuela De Marco di Caritas Italiana, presentando il  XXXI  Rapporto Immigrazione 2022 e approfondendo la situazione in Italia, dove  è “ripresa la crescita della popolazione straniera residente: i dati al 1° gennaio 2022 parlano di 5.193.669 cittadini stranieri regolarmente residenti, cifra che segna una ripresa dallo scorso anno. Nel quadro delle prime cinque regioni di residenza, si conferma il primato della Lombardia, seguita da Lazio, da Emilia-Romagna e Veneto, mentre la Toscana sopravanza il Piemonte al quinto posto”. Il quadro delle nazionalità rimane sostanzialmente inalterato: fra i residenti prevalgono i rumeni (circa 1.080.000 cittadini, il 20,8% del totale), seguiti, nell’ordine, da albanesi (8,4%), marocchini (8,3%), cinesi (6,4%) e ucraini (4,6%). Sono aumentati anche i cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno (al 1° gennaio 2022 sono 3.921.125, mentre nel 2021 erano attestati sui 3,3 milioni), così come i nuovi permessi di soggiorno rilasciati nell’anno: nel corso del 2021 sono stati 275 mila, +159% rispetto al 2020 (105.700); in particolare si è registrata un’impennata dei motivi di lavoro, certamente come esito della procedura di sanatoria varata dal governo nel 2020. Anche i provvedimenti di cittadinanza hanno segnato una certa crescita: sono stati 118 mila nel 2020, ovvero un +4% dall’anno precedente.

Nel territorio della Diocesi di Ugento S. Maria di leuca  sono 2538 i cittadini stranieri presenti su una popolazione di 109.000 abitanti, inoltre nel 2021 sono state 2852 le persone migranti sbarcate nel Salento, la maggior parte nel porto di Leuca.

Daniele Albanese ha sottolineato all’interno del Rapporto 2022 i motivi dell’emigrazione, su 281 MLN  sono 100 MLN migranti forzati, cioè  che arrivano da contesti di crisi  a livello mondiale incrementando il dato 2021 che era di 89,3 MLN, e la restante parte proviene dai Paesi a grave rischio alimentare che interessa 345 MLN di persone, 200 MLN in più rispetto a prima della pandemia.

Caterina Boca di Caritas Italiana  ha introdotto un altro aspetto dimenticato: la questione dell’Afghanistan. La giornalista del TG1, Tiziana Ferraro, è intervenuta sottolineando le responsabilità dell’Occidente rispetto alla questione del popolo afgano, che è stato abbandonato a se stesso, senza che l’Occidente lo accompagnasse verso la transizione. D’altra parte secondo la giornalista, lo stesso popolo afgano non avrebbe opposto tenace resistenza al ritorno del governo dei talebani.  Un’altra testimonianza è stata quella del Redattore Sociale, Eleonora Camilli, sulla condizione dei migranti ai confini dell’Italia da Lampedusa a Gorizia, dove si evince la poca attenzione all’accoglienza delle comunità coinvolte negli arrivi via terra o negli sbarchi nei porti.

Nel pomeriggio, divisi in gruppi (Corridoi Umanitari/Universitari, Presidio/ sfruttamento lavorativo, Tratta ed Apri), come Caritas di Ugento-S. Maria di Leuca abbiamo partecipato al gruppo di quelle Diocesi che hanno accolto la Progettazione Apri. Un progetto suggerito dai quattro verbi di Papa Francesco :Accogliere, proteggere, promuovere e integrare. La nostra Chiesa Locale ha aderito sin dall’inizio a tale modalità di accogliere: infatti sono state coinvolte 34 persone migranti , 6 parrocchie, 14 famiglie e 4 operatori Caritas. La forza di quest’azione è data dalla centralità della COMUNITA’ che si sente  coinvolta nel prendere a cuore la situazione di quei migranti che, dopo il percorso SAI o dopo la Comunità per minori non accompagnati, rischiano di finire in strada, nonostante siano regolari. Un’esperienza che ha fatto crescere la conoscenza  delle persone migranti sul territorio delle comunità coinvolte, alcuni migranti hanno usufruito di tirocini di inserimento lavorativo, altri hanno potuto prendere  la patente di guida  per il lavoro.

Chiaramente attraverso questo percorso e l’attività del centro di ascolto della caritas diocesana,  si avverte l’urgenza del problema ABITARE, per  i migranti, soprattutto quando terminano l’accoglienza nei SAI, nei CAS e nelle comunità MSNA. Durante il dibattito con i referenti delle Caritas Diocesane Luciano Forlino, Valeria Mele e Paolo, hanno presentato quanto realizzato con il progetto APRI  nelle Diocesi  coinvolte.  È emersa la necessità che tale progettazione diventi una modalità di accoglienza per le Chiesa Locale promuovendo così comunità  più inclusive.  

La mattina del 19 dopo il saluto di Don Marco Pagniello, la Prefetta Francesca Ferrandino, Capo dipartimento Libertà Civili e Immigrazione Ministero Interno, si è soffermata in modo particolare sull’attenzione  ai MSNA invitando la Caritas a spendersi maggiormente ed avviare  progettazioni pilota per la formazione e l’inserimento nella vita attiva della comunità.

Davide Albanese Caritas di  Italiana si è soffermato sui Corridoi Umanitari per cittadini afghani dal Pakistan: già in novembre una delegazione di Caritas Italiana sarà ad Islamabad, per l’avvio del trasferimento dei primi cittadini afghani.

Negli ultimi sbarchi nel porto di Leuca, su 190 profughi  approdati su due imbarcazioni,  sono state  98 le persone afghane,  divise in nuclei familiari corposi e con la presenza di molti minori non accompagnati,  che hanno affrontato un lungo viaggio pericoloso dall’Afghanistan alla Turchia e dalla Turchia al porto di Leuca. Inoltre dall’Ansa si è appresa la notizia  che altre due imbarcazioni sono naufragate negli stessi giorni e non si conosce il numero esatto dei dispersi, tra cui sicuramente donne e bambini. Sono questi i motivi che ci hanno indotto ad aderire, come  Caritas Diocesana di Ugento-S. Maria di Leuca, ai  Corridoi Umanitari dal Pakistan proposti da Caritas Italiana per l’accoglienza delle persone che hanno paura di rimanere in Afghanistan, in quanto hanno collaborato con le forze Nato. In questi interventi di accoglienza saranno punti di riferimento le persone afghane già inserite sul nostro territorio dal 2010: esse avranno la funzione di ponte verso i loro fratelli afghani.

L’incontro ha dato a tutti i partecipanti l’opportunità di incontrarsi de visu e condividere sia le buone prassi promosse e sia le difficoltà nell’avviare sui nostri territori processi di COMUNITA’ accoglienti ed inclusive. La strada è aperta e il cammino sinodale è un’opportunità per le nostre Chiese Locali di essere anelli di congiunzione tra tanti e di sperimentare la Convivialità delle differenze che auspicava il Venerabile Don Tonino Bello.

Il Direttore Caritas

Don Lucio Ciardo